Perché Chirone?

Chirone è una figura mitologica poco nota, ma rilevante nella narrativa classica. Figlio di Crono e di Filira, abitava il monte Pelion. Essere immortale, deve il suo aspetto chimerico al fatto che Crono per sedurre la madre si trasfigurò in un cavallo.

Amante del sapere ed appassionato di scienza, divenne uno tra i medici e i saggi più affermati dell’antica Grecia, tanto da essere il precettore di alcuni grandi nomi della mitologia: Achille, Teseo, Enea, Castore e Polluce per citarne alcuni tra i tanti.

Anche il fondatore della medicina, Asclepio, fu tra i suoi discepoli. Razionale, capace di dominare le emozioni e propenso ad aiutare il prossimo, venne coinvolto nella guerra tra Eracle e i centauri. Provò invano a riportare la pace, uscendone invece ferito da un dardo avvelenato.

La ferita, letale, non poteva guarire. L’immortalità di cui godeva però Chirone lo aveva bloccato in un doloroso limbo, fatto di sofferenza. In un gesto di altruismo e consapevolezza il centauro scelse di donare la vita eterna a Prometeo, che era tornato mortale come punizione per aver portato il fuoco agli uomini.

Zeus, che a Chirone voleva bene, decise di elevarlo al cielo, per averlo sempre vicino a sé: nacque così la costellazione del centauro, che nelle intenzioni del padre degli dei avrebbe dovuto essere un faro, un esempio virtuoso a cui tutti i mortali avrebbero potuto ispirarsi alzando gli occhi al cielo.